martedì 29 dicembre 2015

Enzo tra nuvole letterarie



Non ce l’ho mai fatta a litigare con Enzo, nemmeno quando mi faceva arrabbiare (perché ogni tanto mi faceva arrabbiare e, presumibilmente, io facevo arrabbiare lui), nemmeno quando iniziavi lo scontro con tutti i presupposti per portarlo fino in fondo. Con Enzo era impossibile litigare perché non era capace di cattiveria. Sì, lo so, quando si perde qualcuno si tende a santificarlo, quasi non avesse difetti. Enzo difetti ne aveva, come tutti, e non mi interessa elencarli in questo frangente. Ma certamente non aveva la cattiveria e questo, consentitemi, oggi è cosa rara.
Montegranaro perde un figlio, molti un amico, tutti una persona preziosa. La sua cultura era impressionante, non lo prendevi mai in castagna. Era bello quando gli presentavi un progetto e si entusiasmava. E ti snocciolava quello che già ne sapeva, che in genere era molto, e in poco ti procurava dati e conoscenze che non avresti mai sospettato. Ha diretto la nostra biblioteca per anni come un padre segue e fa crescere i figli. Ha sostenuto la diffusione della cultura a Montegranaro come fosse una missione. Ha aiutato decine, centinaia di giovani a crescere apprendendo. E l’ha sempre fatto con estrema umiltà, con grande disponibilità, con mirabolante competenza.
Ultimamente ci eravamo un po’ allontanati e me ne cruccio davvero. Credo non fosse volontà di nessuno dei due, ma a volte la vita e le persone ti portano a distanza da altre persone che vorresti più vicine. Peccato. Ora me lo immagino sommerso dai suoi amati libri, libri infiniti, tutti a sua disposizione, un’infinità di cultura, di storie, romanzi, saggi e trattati; e schiere di giovani con lui a studiare, discutere, ragionare. Senza più dolori e dispiaceri, solo il gusto di fare ciò che ami. Credo sia questo il meritato premio per una vita spesa per il sapere. E comunque, per quanto scontato, mi mancherà.

Luca Craia

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