mercoledì 1 luglio 2015

Target & Furbastri di "Catarino Cesà"


Apparso come commento al mio precedente articolo sull'argomento pubblicato dalla pagina di Arkeo su Facebook, mi permetto di trasferirilo sul blog perchè rappresenta un'analisi puntuale e spietata dei meccanismi mentali di certi politici nostrani.

Se ci piaccia o non ci piaccia è poco rilevante, anzi diciamo subito che non ci piace ma ci piace al tempo stesso, per cui la riflessione non potrà essere viziata da partigianeria.
Nello sfogo dell’assessore al centro storico di Montegranaro c’è tutto il peggio di cosa la sedicente politica intenda per Cultura, e che cosa la medesima Cultura dovrebbe essere disposta a fare per accontentare certe supposte priorità cittadine.
Si parla di grande successo, di target vincente, di essere un punto di forza notevole come proposta culturale, ma questo successo invece di essere considerato un merito viene evidenziato come un enorme demerito, e si usa il pretesto economico per lanciare il ricatto, o si riduce oppure lo si elimina, a meno che….
Ed è proprio sul concetto edonistico di, “a meno che”, che la politica si piega volentieri alle logiche illogiche di un tessuto economico che basa tutto sulla produzione calzaturiera, e lancia l’ultimatum, o al Festival si affianca una sorta di “scarpopoli” ad uso e consumo degli scarpari, oppure il Comune si ritiene esentato dall’andare a cercare, in altri luoghi ed in altre sedi, soldi e sostegni per far continuare l’esperienza del festival così com’è, ma non è tutto…
Ovviamente la proposta di affiancamento comprende anche l’uso dell’esperienza organizzativa del Veregra, così da garantirsi professionalità a gratis, con un ulteriore risparmio di energie e soldi, in una botta sola la famosa “ due piccioni con una fava”.
Se l’Assessore abbia compreso bene che razza di ricatto stia facendo agli organizzatori del Veregra non lo possiamo sapere, ma sappiamo molto meglio di prima che per Cultura certa politica intende un traino e non uno scopo, un mezzo e mai un fine, perché l’idea che una città possa avere anche altro da offrire oltre le solite scarpe non è previsto in certi cervelli, e forse non lo si vuole prevedere per troppa comodità.
Di fronte a certi ricatti mascherati da inviti a riconsiderare la situazione, ci verrebbe voglia di consigliare gli organizzatori di saltare un giro, e lasciare che il loro spazio venga riempito con una iniziativa del Comune, e magari dello stesso assessore, se ne è capace si intende, così magari, di fronte ad un flop molto costoso, certi ricatti vengono messi da parte, proprio come si fa con certe scarpe che non sono riuscite a mantenere le promesse che il marchio di fabbrica sembrava garantire.

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