mercoledì 8 luglio 2015

Non datemi del razzista




Non datemi del razzista se mi indigno di fronte alla notizia della morte una donna italiana, figlia di Italiani, di gente che, in un modo o nell’altro, lavorando, pagando le tasse, facendo il militare, facendo parte di una comunità/nazione, ha contribuito a costruire il Paese dove oggi viviamo. Una donna italiana sfrattata da casa, costretta a vivere in una tenda e a morire nel più miserevole dei modi. Una donna italiana che non ha avuto il diritto a una casa popolare, a un sostegno, a un aiuto che la tirasse fuori dalla palude in cui era finita. Aiuti che, invece, vengono dati in quantità a cittadini stranieri (non profughi, attenzione, solo stranieri venuti in cerca di lavoro, forse), ai quali vengono date case popolari e sostegni economici. Ho sempre sostenuto che un Paese sedicente civile deve aiutare chi sta peggio e chiede aiuto, compresi gli stranieri. Ma un Paese sedicente civile non lascia morire in indigenza i propri cittadini, quelli che lo hanno costruito, mentre aiuta gli stranieri. Non ha senso, non è logico, è disumano, è incivile. Non datemi del razzista se mi indigno per questo.

Luca Craia

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