sabato 6 giugno 2015

La guerra d’opinione sugli immigrati



L’immigrazione è sicuramente un problema e va affrontato, trattato e risolto. Non affondando i barconi ma neanche consentendo indiscriminatamente l’accesso al nostro Paese. Ci sono problemi indiscutibili legati all’immigrazione. L’immigrazione porta con sé una fetta di criminalità importante, proprio per il fatto che, a emigrare, non è la crema della società. Porta problemi di integrazione sociale, perché spesso le culture di provenienza mal si conciliano con la nostra. Porta a questioni legate allo sfruttamento e alla criminalità di casa nostra. È anche vero, però, che è impensabile nel mondo del ventunesimo secolo chiudere una Nazione in se stessa. L’immigrazione porta conseguenze apprezzabili, come la contaminazione positiva delle culture, l’arricchimento reciproco nel confronto. In tempi di economia migliore porta anche vantaggi sul piano del lavoro e dell’imprenditoria.
Il punto è che ne stiamo facendo terreno di scontro sui principi, creando un muto contro muro ideologico che fa soltanto il gioco di chi ci vuole divisi, litigiosi e distratti da altre questioni più gravi e importanti. Il meccanismo è noto: ognuno si arrocca sulle proprie posizioni e lo scontro diventa infinito. Invece la soluzione passa attraverso la mediazione tra le due chiavi di lettura, come sempre del resto. Sarebbe necessario che ognuno superasse gli steccati ideologici conseguenti ad anni di stratificazioni culturali nonché le considerazioni a sangue caldo. Bisognerebbe da una parte ammettere l’esistenza del problema e il fatto che questo necessita di una soluzione. Dall’altra bisognerebbe smettere di generalizzare e proporre soluzioni umanamente e moralmente accettabili che non siano ruspe e affondamenti.
Il punto, comunque, è un altro: dovremmo focalizzare l’attenzione altrove, nel senso che, pur trattandosi di questione importante non è la sola e nemmeno la più grave. Per cui non lasciamoci ancora una volta infinocchiare da chi pascola tra le nostre sterili discussioni, sentendosi libero di operare in altri campi certo che la nostra attenzione è focalizzata altrove.

Luca Craia

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