venerdì 30 maggio 2014

Niente mal di pancia nella maggioranza, soltanto dialettica da politica vecchio stile.



Ha poco da gioire l’opposizione di fronte alle prime fibrillazioni in maggioranza dovute alla ripartizione dei pochi seggi da assessore: è tutto normale, fa parte dei giochi quando si è di fronte a coalizioni eterogenee di questo tipo. Del resto la vecchia amministrazione, pur essendo formalmente molto più omogenea, nel corso dei quattro anni e mezzo di governo della città ha fatto questo e altro, con assessori dimissionati, sostituiti con mugugni e creazione di gruppi consiliari ad hoc, ritornati in carica con bocche storte, per finire con la spaccatura che ha portato al commissariamento. Per cui, sotto questo punto di vista, i movimenti intestini alla nuova maggioranza sono perfettamente contemplati nel gioco politico.
Però sembra di essere tornati agli anni ’80, quando c’era il proporzionale e le giunte con relativo sindaco si facevano dopo le elezioni, non prima, tessendo alleanze, rompendole, ricucendo e ristrappando. Chi non ricorda le vicende del ’90, quando avemmo il sindaco più breve della storia, quel Paolo Baleani messo sullo scranno di Basso in quanto quest’ultimo era stato eletto in Provincia, con un’alleanza estemporanea che vedeva il PSI al governo in solitaria con un inspiegabile appoggio esterno del PCI che, improvvisamente, rinsavì, “tradì” Baleani e si alleò con DC, PRI  e PSDI per far fare il sindaco a Graziano Di Battista (che poi cadde a sua volta poco dopo, favorendo il primo commissariamento della storia di Montegranaro). Altri tempi, ma un po’ li stiamo rivivendo.
E forse è questa la parte triste: si poteva sperare in qualcosa di meglio. Certo, Ubaldi ha le sue ragioni, visti i voti che ha portato alla coalizione. Beverati, dal canto suo, non è personaggio che si possa mettere in un cantuccio. Gli esponenti di SEL, per quanto nuovi e, se vogliamo, inesperti, hanno anche loro portato voti e, secondo la logica vigente, dovrebbero avere rappresentanza in giunta.
Ma è proprio questo il punto: la logica vigente, quella dell’assegnazione delle deleghe per meriti elettorali, per equilibri politici, per non scontentare nessuno. Mentre ci si potrebbe aspettare, per esempio, anzi, per assurdo, che le deleghe vengano assegnate per specifiche competenze. Ma poi arriverebbero davvero i mal di pancia. Per cui il gioco è normale: stiamo semplicemente assistendo alla metamorfosi della “Lista Stranamore” in “Giunta Stranamore”. Nulla che non ci aspettassimo. Attendiamo, ora, i primi provvedimenti, e speriamo bene.

Luca Craia

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